Anima e consapevolezza

Secondo le antiche tradizioni gnostiche tutto è emanazione divina. Questo significa che l’Essenza divina  ha emanato tutta la “creazione” da Sé stesso. Ma, come il fuoco non diminuisce di intensità se trasmette la sua “essenza infuocata” a un ramoscello, così l’Essenza è sempre uguale a sé stessa pur avendo emanato tutta la  creazione. 

In pratica l’Essenza, che anima tutto il creato (e noi stessi), proietta nella materia – che è anch’essa una sua creazione -  una parte di sé, la quale è in grado di sintonizzarsi con le frequenze più basse della materia  riuscendo così ad “animarla”. Questa proiezione spirituale viene detta “anima”.

L’anima quindi non è altro che l’interfaccia che collega lo Spirito Emanatore (Essenza Spirituale) di altissima frequenza  con la materia che ha una vibrazione molto inferiore.

Questa proiezione spirituale (l’anima), all’inizio dell’incarnazione, cioè nella nostra infanzia, deve necessariamente rimanere sintonizzata con le frequenze più basse del mondo fisico per riuscire a sopravvivere, ma poi accade che rimane talmente ammaliata dalle “tentazioni” dei cinque sensi che dimentica di sintonizzarsi con la sua “fonte” di cui è sempre parte.

I cinque sensi sono rivolti esclusivamente al mondo esteriore, e rivelano solo le limitazioni delle materia poiché sono simili a dei riflettori che illuminano soltanto ciò che sta davanti a loro e cioè il mondo in cui viviamo e in cui illusoriamen-te percepiamo di  essere separati uno dall’altro, per cui  gradualmente incominciamo a identificarci con la “proiezione” e dimentichiamo di essere l’Essenza che ci anima.

 Quando l’anima si sintonizza solo sulle frequenze più basse crea quell’entità irreale e inconsistente che chiamiamo Ego.

L’ego si crede povero e limitato, vede gli altri come rivali e lotta strenuamente contro tutti per affermare sé stesso, oppure si rassegna dolorosamente a una vita di umiliante sottomissione, ignorando completamente la visione spirituale nelle varie situazioni che di volta in volta esperimenta. Questo è fonte di grande infelicità.

Ci si sente come in gabbia e si perde ogni contatto con il mondo spirituale e la sua visione della vita. Le nostre azioni sono volte esclusivamente al soddisfacimento dei nostri bisogni fisici e non riusciamo più a vedere oltre la nebbia dell’appagamento sensoriale, ma soprattutto si è dominati dalla PAURA e quando si è succubi della paura si diventa estremamente manipolabili…

E’ sulla paura infatti che si regge qualunque potere, da quello dei genitori (che cercano di farsi obbedire dai figli con la  paura di un castigo)  a quello politico (che manipola la gente con la paura di guerre, carestie, ecc.), a quello religioso (che si regge sulla paura dei fedeli in un aldilà onnipotente, crudele e misterioso).

Quando è schiavizzata dalla paura, l’anima dimentica di essere una proiezione dello Spirito da cui proviene,  e si lascia irretire dai valori della materia che la rendono sempre più schiava, sempre più infelice e soprattutto sempre più distaccata dalla “stazione emittente” e cioè dallo Spirito. 

Il compito dell’anima sarebbe invece quello di armonizzare in sé le frequenze più elevate, quelle del piano spirituale, con quelle più basse, del piano fisico. Spesso accade invece che essa lavori solo su un livello.  Quando lavora solo a livello di ego, si identifica con la visione del mondo e della vita che le offrono i 5 sensi e allora ha paura della morte, perché crede di essere il corpo e teme di perdere ciò che pensa di avere e così, per il timore di perderlo, non riesce nemmeno a goderne,  pur desiderando intensamente di ottenere pieno appagamento nella materia: ricchezza, potere, sesso,  successo… tutto questo per  anestetizzare la paura del nulla da cui è dominato l’ego poiché l’ego in sé stesso non esiste, è illusorio.

D’altronde anche quando l’anima si identifica esclusivamente con il mondo Spirituale viene meno al compito che è lo scopo dell’incarnazione e cioè vivificare con lo spirito la materia. In tal caso infatti essa perde il contatto con  i suoi bisogni materiali e li reprime, ma questi continuano ad agitarsi come ombre oscure nelle profondità dell’inconscio, determinando uno stato di costante inquietudine e infelicità.  

In entrambi i casi, cioè sia che l’anima si identifichi con il corpo oppure che lo neghi, si viene a creare uno “schermo” tra l’Essenza Spirituale e la sua proiezione. Quello schermo è formato dalle nostre paure, i nostri sensi di colpa, la nostra violenza, depressione, vittimismo, autosvalutazione, orgoglio, presunzione sopraffazione dell’altro, egoismo, ecc... In pratica la “proiezione” non riceve più integra l’informazione dell’Essenza e di questo ne risente il corpo che non è più animato dalla “giusta” informazione. Da qui la malattia e tutti i vari squilibri che affliggono l’umanità.

Si tratta in pratica di vivere nel mondo, sapendo però di non essere del mondo, come saggiamente ci insegna il Vangelo (Cfr. Gv 17,16) di vivere cioè nella materia  imprimendole la forza dei valori spirituali.  Questo è il compito dell’anima e lo scopo dell’incarnazione.

L’anima è come un pianista che scegliesse di suonare solo i toni bassi del pianoforte o solo quelli alti… Ma se vuole creare una melodia che faccia vibrare le corde più profonde dell’essere umano,  dovrà necessariamente suonare sia i toni bassi che i toni alti fondendoli insieme in modo armonioso…

m.m.

(prossimo articolo: "La Scienza e l'Anima")